tag:blogger.com,1999:blog-3387039186665984628.post860345316544006194..comments2024-03-23T21:03:53.735+01:00Comments on Dieci chili di perle: L'iPad è un vecchio libro e Steve Jobs un GattopardoFrancesco Varaninihttp://www.blogger.com/profile/16191894598697362552noreply@blogger.comBlogger2125tag:blogger.com,1999:blog-3387039186665984628.post-2677968380791509972013-04-02T12:03:44.387+02:002013-04-02T12:03:44.387+02:00Interessantissimo articolo che mi ha fatto riflett...Interessantissimo articolo che mi ha fatto riflettere molto sul concetto di testo. Ammetto di essermi soffermata più volte soprattutto su questa parte in cui Lei, senza mezzi termini, mi ha davvero acceso una lampadina molto luminosa in testa: "[…] per descrivere il testo così come ci è messo a disposizione dal computer si è stati costretti ad inventare un nuovo temine ipertesto. C’è dell’ironia in questo: la parola testo dice già tutto, ci parla di rete e di connessioni potenzialmente infinite. Ma per noi testo è sinonimo di libro. Non riuscendo a concepire un testo disancorato da un supporto -anche se così è, appunto, disancorato dal supporto, il testo che abbiamo sotto gli occhi- identifichiamo il testo con il libro."<br />Ed ha perfettamente ragione quando afferma che "Oggi, con l’iPad -strumento che appare come meraviglia tecnologica, manifestazione di quello stesso computing che aveva liberato il testo dalla forma-libro- tutto resta come prima, o finisce per essere peggio di prima: il testo è chiuso nella forma proposta all’universo mondo da Steve Jobs."<br />In effetti l'iPad come tutti gli altri tablet, ha riscosso un successo mondiale soprattutto per il concetto di evoluzione tecnologica che porta con sé. Un po' diverso è, invece, il caso del Kindle, che è a tutti gli effetti un e-book o, per meglio dire, un e-library; tutti sanno è che stato ideato specificamente per la lettura di libri in formato elettronico e fondamentalmente identici per schema grafico a quelli cartacei. <br />Riguardo all'iPad, tuttavia in realtà sostengo che la questione sia incentrata su un altro punto: da qualche anno stiamo assistendo al fenomeno "social". Uno tra gli innumerevoli esempi è la presentazione di Windows 8, sistema operativo della Microsoft rilasciato l'anno scorso, la cui interfaccia desktop è stata completamente stravolta per avvicinarsi straordinariamente a quella dei dispositivi mobili. Ebbene, tale fenomeno è nato con l'evoluzione della comunicazione sul web e sta modellando i comportamenti delle persone sempre più verso un'interazione continua e attiva, il cui prodotto è fatto di contributi personali, commenti, opinioni, ecc, inviati da chiunque, ovunque sia, riguardo a qualsiasi argomento. In realtà abbiamo superato una sorta di "punto di non ritorno". Ecco perché credo che l'iPad non sia stato inventato per rendere i libri memorizzabili e portabili elettronicamente, ma piuttosto perché in un dispositivo del genere è fortissima la componente sociale. Successivamente, data la sua natura comunque versatile, l'iPad è divenuto anche un nuovo modo di rendere il testo fruibile elettronicamente, ma sempre ingabbiandolo in regole e schemi progettati a priori dalla casa produttrice. In questo, quindi, anche un dispositivo al passo con le ultime tecnologie, non risulta in grado di smontare la concezione di libro; è il libro che si è infilato nell'iPad, non l'iPad che mostra il libro in maniera differente.Giovanna Garganonoreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3387039186665984628.post-58934940138362049132010-10-01T15:23:41.305+02:002010-10-01T15:23:41.305+02:00Caro Francesco,il tuo testo è illuminante. Sto fac...Caro Francesco,il tuo testo è illuminante. Sto facendo una ricerca sul ruolo dell'editore e su come sta cambiando oggi....non so come mi sono trovata sul tuo blog...mi ha colpito molto. Per una volta una presa di posizione alternativa, motivata e che invita a riflettere.<br />ti seguirò!Unknownhttps://www.blogger.com/profile/15186256027406224638noreply@blogger.com