mercoledì 26 marzo 2014

Il Paradiso dei matematici osservato dai romanzieri

La matematica, con i suoi trionfi ed i suoi fallimenti, è attorno a quel 1930 la privilegiata chiave di lettura del mondo, l’ultima speranza di ordine di controllo, il più acuto sguardo sul caos. E la figura del matematico gode di uno speciale riconoscimento sociale. Non possono mancare in quegli anni i romanzi matematici.
E’ sufficiente ricordarne due. Der Mann ohne Eigenschaften di Robert Musil e Die unbekannte Grösse di Hermann Broch. Non a caso si tratta di romanzi in lingua tedesca. Non a caso entrambi scritti da autori cresciuti a Vienna , ambientati a Vienna - la Vienna di Freud, di Carnap, di Wittgenstein, del giovane Gödel, ma anche di Mahler e di Schönberg, di Kraus e di Loos, di Kokoschka e di Klimt.
Più delle differenze tra i due romanzi e i due autori -pur esistenti ed evidenti-, merita qui porre l’acconto sulle contiguità. Musil e Broch, entrambi privi di una vera formazione umanistica ed invece dotati si una solida formazione scientifica -matematica, filosofia, fisica, psicologia. Entrambi notevoli conoscitori della letteratura scientifica contemporanea. Entrambi in movimento tra Vienna e Berlino, tra l’Austria-Ungheria in declino e la contraddittoria e febbrile Germania della Repubblica di Weimar. Entrambi avvicinatisi al romanzo solo in età matura. Entrambi orientati verso il romanzo-saggio, il romanzo-sistema, volto a descrivere la Totalità - e quindi destinati sotto il peso del proposito, inattingibile.
I due volumi del Mann ohne Eigenschaften -l’opera resterà incompiuta- escono presso Rohwolt nel 1930 e nel 1933. Die unbekannte Grösse esce nel 1934 presso Fischer. Due grandi editori di Berlino, a sottolineare ancora un ponte tra le due capitali della cultura di lingua tedesca.
Ulrich è Mann ohne Eigenschaften, ‘uomo senza qualità’, o meglio, privo di caratteristiche distintive, di competenze -in fondo inetto, in aptum, non adatto a coprire con vera competenza nessun profilo ruolo professionale, inadatto a qualsiasi compito, perché in grado di svolge ugualmente bene qualsiasi compito. Ulrich, matematico di formazione, cerca vanamente un punto di incontro tra l’esattezza e l’anima.
Hilbert Hieck, il giovane protagonista della Unbekannte Grösse cresce in un’atmosfera familiare in cui “nessuna cosa era chiara e univoca, ma assumeva un aspetto vacillante". “Proprio per questa ragione egli aveva sviluppato in sé, assai presto, una segreta inclinazione per le cose chiare e matematicamente precise”. In contrasto con il suo maestro, cerca di edificare una “logica senza assiomi”.
Basta qui limitarsi a citare qualche brano dei due romanzi, e di qualche loro corollario, come Der mathematische Mensch, L’uomo matematico, breve saggio di Musil scritto nel 1913.
“Un ingegnere vive solo della sua specializzazione, invece di spaziare nel vasto e libero mondo del pensiero. [... ] Ma questo non vale per la matematica: la matematica è la logica nuova per antonomasia, è lo spirito in quanto tale”  E’ la “madre delle scienze e nonna della tecnica.” “La ricerca attuale non è solo scienza, ma è anche magia: è una cerimonia che coinvolge totalmente cuore e cervello; [. . .] è una religione i cui dogmi sono pervasi e sostenuti dalla chiara, audace e mobile logica della matematica, che è fredda e tagliente come la lama di un coltello”.  (Robert Musil, Der Mann ohne Eigenschaften).
“La maggior parte degli uomini è oggi pienamente consapevole che la matematica è entrata come un demone in tutti i settori della vita” (Robert Musil, Der Mann ohne Eigenschaften). “La matematica è una specie di atto disperato dello spirito umano”. E’, anche, “orgogliosa fiducia nella diabolica pericolosità del proprio intelletto.” (Robert Musil, Der mathematische Mensch).
“In sé e per sé essa non ci occorre, certo, ma è una specie di isola dell’onestà, e per questo le voglio bene". “La matematica è un’ostentazione di audacia della pura ratio; uno dei pochi lussi oggi ancora possibili”. (Robert Musil, Der mathematische Mensch).
E’ “una meravigliosa architettura spirituale fatta per pensare in anticipo tutti i casi possibili” (Robert Musil, Der mathematische Mensch). “Una limpida rete di realtà luminosa [. . . ], e bisognava andar avanti tentando nodo per nodo; sì, era qualcosa di simile, un celeste complicato intreccio che bisognava risolvere al fine di possedere la realtà”. (Hermann Broch, Die unbekannte Grösse).
“Fiumi di chiarezza si riversavano nel suo cervello, si diramavano nei suoi nervi e nelle vene, rendevano leggero il suo sangue e permettevano ai suoi occhi, rivolti ad una contemplazione interiore, di guardare lontano; eppure il risultato di tutto questo splendido sfoggio era, nel migliore dei casi, un qualunque teorema scientifico di ambito limitato, spesso semplicemente la soluzione di un piccolo problema.” (Hermann Broch, Die unbekannte Grösse).
Ma “anche quando si fosse riusciti a scoprire una nuova disciplina matematica, come il calcolo infinitesimale di Leibniz o la teoria degli insiemi di Cantor, [. . . ] il risultato sarebbe restato sempre una limitata ed esigua parte dell’invincibile montagna della conoscenza; [. . . ] una piccola parte descrittiva dell'eterno indescrivibile". (Hermann Broch, Die unbekannte Grösse).
Aleggia qui l’incompletezza di Gödel. E’ formalmente impraticabile una descrizione esaustiva del Tutto. La matematica non può bastare a se stessa. Ogni sistema deduttivo rimanda ad una iniziale intuizione. C’è sempre un mondo, là fuori da quella limpida rete di notazioni simboliche.
"Richard Hieck, contemplando la lavagna umida, nera e lucente, fu indotto a immaginare un vellutato cielo notturno”. (Hermann Broch, Die unbekannte Grösse).

Fonti:
Robert Musil, Der Mann ohne Eigenschaften, volume 1, Rowohlt, Berlin, 1930; volume 2, Rowohlt, Berlin, 1933. (opera incompiuta oggetto di diverse ricostruzioni filologiche). Ora in Gesammelte Werke. Herausgegeben von Adolf Frisé, Rowohlt, Reinbek, 1978-1981: volumi 1-5: Der Mann ohne Eigenschaften, Rowohlt, Reinbek, 1978. Ed. it.: L’uomo senza qualità, introduzione di Cesare Cases, trad. di Anita Rho, Torino, Einaudi, 1956; L’uomo senza qualità, trad. di Ada Vigliani, Mondadori, Milano 1992-1998; L’uomo senza qualità, trad. di Anita Rho, Gabriella Benedetti e Laura Castoldi, Torino: Einaudi, 1996.

Robert Musil, Der mathematische Mensch, 1913, in Gesammelte Werke, cit., volume 8, trad. it. “L’uomo matematico”, in Saggi e lettere, Einaudi, Torino, 1995,

Hermann Broch, Die unbekannte Grösse, Fischer, Berlin, 1934; trad. it. L’incognita, Lerici, Cosenza, 1962; Editori Riuniti, Roma 1981.

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