martedì 6 settembre 2022

Tre posizioni etiche di fronte alle novità digitali

Di fronte alle novità e agli interrogativi che le nuove tecnologie impongono a noi esseri umani, possiamo individuare atteggiamenti necessari. L'educazione civica digitale dovrà preparare ad assumere questa posizione.

Non rinviare nel tempo

Ci dobbiamo preparare ad evitare la più comoda, ma anche la più grave ed irresponsabile, delle vie di fuga.

Non si può ignorare la presenza di ricerche riguardanti temi critici, come -per fare solo due esempi- la sostituzione di ogni lavoro umano o le armi autonome dotate di Intelligenza Artificiale.

E' facile dire: sì, esistono potenziali rischi e problemi, ma non sono così imminenti. E' facile dire: ce ne occuperemo a tempo debito. O peggio dire: se ne occuperanno i nostri nipoti.

Meschina appare l'opinione di chi si consola rinviando nel tempo la questione, considerando che gli effetti più perversi si manifesteranno solo in tempi futuri. Ingenuo e disinformato chi minimizza.

Evitare la sottrazione incrociata

Scienziati e tecnici si sottraggono dal farsi carico dei possibili usi di ciò sperimentano e sviluppo dicendo: a noi compete ricercare e innovare, delle conseguenze dei nuovi ritrovati si deve occupare la politica. Il cittadino si sottrae dicendo a sé stesso: non posso capire, non sono all'altezza. C'è sempre qualcun altro che deve occuparsene; con il risultato che non se ne occupa nessuno.

La responsabilità sociale e l'azione politica nascono sempre dal non rifiutare di assumersi responsabilità personali. Dovremo quindi evitare una seconda via di fuga, consistente nell'attribuire la responsabilità ad un soggetto diverso da noi stessi, quale che sia il nostro ruolo.

Non nascondere il male dietro il bene

Di fronte ad ogni novità tecnologica si potrà sempre facilmente dire: questo ritrovato serve a salvare vite umane. Così è, per fare solo due esempi, per le automobili a guida autonoma come per la connessione tra cervello umano e computer tramite nanofili di silicio.

Dovremo apprendere, tramite l'educazione civica digitale, ad evitare anche questa via di fuga. Chi sostiene che il ritrovato tecnologico è utile a salvare vite umane, sta nascondendo a sé stesso e agli altri che quello stesso ritrovato comporta anche, e spesso in maggior misura, il rischio di danni gravissimi non solo agli esseri umani, ma in senso lato a ciò che chiamiamo 'vita' e 'natura'.

L'educazione civica digitale dovrà quindi fare appello non tanto alla ragione o all'intelligenza, ma a quella umana attitudine che chiamiamo saggezza.

Parlo di questi argomenti nell'articolo Educazione civica digitale: cosa insegnare e perché è necessaria, apparso su Agenda Digitale il 22 aprile 2021.

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