Finiamo così vittima di una sorta di esotismo tecnologico: il passaggio attraverso una lingua che non è la nostra ci penalizza, impedendoci di comprendere
Being
Digital, il saggio di Nicholas Negroponte, esce nel 1995.1 Segna
un punto di svolta. Il termine digital esce dal lessico
tecnico dell'Informatica e della Computer Science per entrare
definitivamente nel linguaggio comune.
Digital:
un aggettivo che distingueva un tipo di macchina da un altra. Tra gli
Anni Trenta e gli Anni Quaranta due possibili progetti di computer si
contrapponevano: Digital Computer e Analog Computer. Mentre l'Analog
Computer lavora rilevando in continuo l'andamento di un processo, il
Digital Computer lavora su dati convertiti in numeri binari (number
expressed in the binary numeral system), cioè sotto forma di
stringhe di 0 e 1. L'Analog Computing non è scomparso, ma le
macchine che conosciamo e usiamo sono Digital Computer, fondati
sull'idea astratta di Alan Turing -Turing Machine-
e sull'architettura di von Neumann: macchine digitali.
Ora
però, negli Anni Novanta, si parla di digital non più solo a
proposito di macchine, ma di persone. Gli esseri umani stessi sono
invitati ad essere digital. Scrive Negroponte: fino ad ora
l'uomo è vissuto in un mondo fisico, circondato da cose materiali.
Ora dobbiamo prepararci a vivere in mondi virtuali.
I
bits -le unità minime di informazione,
espresse in binary code- stanno rapidamente
sostituendo le cose fatte di atomi. Se muoveremo bits, not atoms,
nota Negroponte, la vita di noi esseri umani, costantemente
interfacciati con computer, interconnessi l'uno all'altro tramite
computer, non sarà mai più quella di prima.
Being
Digital è la raccolta delle rubriche scritte da Negroponte su
Wired, monthly magazine che Negroponte stesso ha contribuito a
fondare nel 1993. Wired profetizza l'imminente avvento di una
Digital Revolution. Il magazine ha sede a San Francisco, a poche
miglia dalla Stanford University, e da quell'area che in quegli anni si iniziava a chiamare dalla Silicon Valley. Siamo cioè nel cuore di
quella zona dove stanno nascendo, al contempo, una new technology,
una new culture e una new economy.
Being
Digital ha una
immediata diffusione planetaria. Nello stesso 1995 è tradotto in
tedesco, in francese, in italiano, in spagnolo. L'edizione giapponese
è del 2001.
Negroponte,
figlio di un ricco armatore greco, giovanissimo, ventiquattrenne,
dirigeva già nel 1967
l'Architecture
Machine Group presso il Massachusetts Institute of Technology,
laboratorio e think tank destinato allo studio dell'human-computer
interaction. Per proseguire ed approfondire la ricerca nel 1985,
Negroponte fonda presso il MIT, assieme a Jerome B. Wiesner, il Media
Lab.
Media
è, inglese come in latino, plurale di medium. Media, treated
as singular or plural, può voler dire 'main means of mass
communication (broadcasting, publishing, and the Internet) regarded
collectively'. Ma non è questo il senso inteso da Negroponte.
Negroponte
riprende il concetto da Marshall McLuhan, filosofo e semiologo
canadese che nel 1964 aveva pubblicato Understanding
Media.2
Per McLuhan medium
è sinonimo di technology.
Un medium è "any new technology". Famoso l'esempio della
lampadina: "a light bulb creates an environment by its mere
presence."3
E' un mezzo - o tecnologia. E come ogni mezzo o tecnologia ha un
effetto sociale. Ogni mezzo o tecnologia porta con sé un
'messaggio'. "The
'message' of any medium or technology is the change or scale or pace
or pattern that it it introduces into human affairs."4
La light
bulb consente
agli esseri umani di trasformare in spazio vivibile il buio del la
notte. Analogamente ha cambiato il modo di vivere dell'uomo ogni
altro nuovo mezzo, o tecnologia: il treno e l'automobile e la radio
e la televisione.
Ancora
più significativo appare il cambiamento dell'human environment
causato dalla pervasiva presenza di computer, connessi tra loro e
legati da interfacce agli human beings.
Siamo
fin troppo abituati a sentir dire digitale. Così la
traduzione francese del titolo di Negroponte
-L'homme
numérique- ci spiazza; ci sorprende ed interroga. Non
siamo abituati a sostituire digital con numeric. Si sa
che i francesi si impongono di tradurre l'inglese - così software
è logiciel. Ma
mentre logiciel rende solo
parzialmente il senso dell'originale, numérique
ci appare traduzione del
tutto corretta, ed anzi ci riallaccia alla storia che sta
nascosta dietro il digitale.
Parliamo
di Digital Computer perché la macchina funziona per mezzo di codici
espressi tramite due cifre, 0 e 1. Ma in realtà nella parola digit
non c'è nessun riferimento alla numerazione binaria.
Digitus
significa in latino 'finger'. Da digitus: l'italiano dito,
lo spagnolo dedo, il francese doigt.
Digitalis significa ‘di un finger’, ‘della
dimensione di un finger’, ‘della forma di un finger’. Prende
questo nome anche una pianta che ha la forma di un finger.
L'origine
sta nella radice indoeuropea deik, che ha il senso di
'indicare', 'mostrare', 'to point out'. Da questa radice anche il
sanscrito dic-, il greco antico deiknynai e il tedesco
zeigen, verbi che significano 'mostrare', 'to show'. E ancora,
dalla stessa radice, il verbo latino dicere 'to say', 'speak'.
Forse
dalla stessa radice deik anche toe.
Finger
deriva invece dal proto-germanico fingraz, probabilmente da
una radice indeuropea penkwe, che significa 'cinque'. Cinque
come le dita della mano. Usando le dita delle nostre mani -con dieci
dita, con cinque, o con due- l'uomo ha imparato a far di conto.
Puntando
il dito noi esseri umani distinguiamo l'io dal tu e dalle altre
persone, e indichiamo gli stati del mondo, le cose che abbiamo
intorno.
E
poi, con le nostre mani, costruiamo utensili, attrezzi, strumenti.
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1Nicholas
Negroponte, Being Digital, Knopf, New York 1995. German
translation: Total digital: die Welt zwischen 0 und 1 oder die
Zukunft der Kommunikation, Bertelsmann, München, 1995.French
translation: L'homme numérique, Laffont, Paris, 1996.
Italian translation: Essere digitali, Sperling & Kupfer,
Milano, 1995. Spanish edition: Ser digital, : Editorial Atlántida,
Buenos Aires, 1995. Chinese translation: ビーイング・デジタル
- ビットの時代 新装版
[Digital Revolution], New Taipei (Taiwan) 1997. Japanese
edition: [Being Digital: The Bit Era], Asukī, Tōkyō, 2001.
Audiobook: Nicholas Negroponte; Penn Jillette, Being Digital,
Random House Audiobooks, New York, 1994.
2Marshall
McLuhan, Understanding Media. The extension of Man, MacGrow
Hill, New York, 1964.
3Marshall
McLuhan, Understanding Media, p. 8.
4Marshall
McLuhan, Understanding Media, p. 8.