domenica 9 febbraio 2020

Viaggio bibliografico nella ‘cultura digitale’



Be There Here”
Headline di una campagna pubblicitaria AT&T

"Nei modello dei mezzi di comunicazione di massa, il messaggio procede dalla posizione dell'emittente a quella del destinatario. Nella comunicazione umana reale, invece, chi invia il messaggio, prima di poter inviare qualcosa, non deve essere solo nella posizione dell'emittente, ma anche in quella del destinatario".
Walter J. Ong

"Immaginate una accessibilità ed un entusiasmo nuovi, che possano schiodare dalla narcosi da video che oggi incombe come una cappa di nebbia. Immaginate una nuova cultura, dove spiegazioni alternative permettano a ciascuno di scegliere il tracciato a lui più confacente, così che l'esperienza umana possa godere di una nuova libertà e di una nuova ricchezza."
Ted Nelson

"Sta avvenendo oggi una rivoluzione nella tecnologia della comunicazione, una rivoluzione profonda come quella dell'invenzione della stampa."
Ithiel de Sola Pool

"L'economia del futuro non si baserà più sul possesso, ma sulle relazioni."
John Perry Barlow

"Vivere nell'era digitale significherà una sempre minore dipendenza dall'essere in un determinato posto in un determinato momento, e diventerà possibile trasmettere anche il posto."
Nicholas Negroponte


Sul rapporto tra oralità e scrittura, e sulla ‘nuova oralità’ legata all’uso di nuovi media, il principale riferimento è: Walter J. Ong, Orality and Literacy. The Technologizing of the Word, London and New York, Methuen; trad. it. Oralità e scrittura. Le tecnologie della parola, Bologna, Il Mulino, 1986.

Sulla rivoluzione epocale legata al superamento della concezione tradizionale di 'testo' legata all'idea di 'libro stampato': Jay David Bolter, Writing Spaces. The computer Hypertext and The History of Writing, Lawrence Erlbaum Associates, Hillsdale (N.J.), 1991.

Sulla continuità tra la ‘nuova cultura’ degli anni sessanta e l’uso libertario' delle tecnologie, sul 'nuovo modo di pensare' legato ad un uso 'democratico' dell'informatica: Ted H. (Teodor Holm) Nelson, Computer Lib/Dream Machines, 1974, ora Seattle (Wash.), Microsoft Press, 1987;
Teodor Holm Nelson, "A Vision of the Future", Publishers Weekly, 23 novembre 1986. Sulla genesi dei concetti di 'ipertesto' e di Rete delle Reti: Ted H. Nelson, Literary Machines, Swarthmore (Pa), 1981 (pubblicato in proprio). Trad. it. dell'ed. 1990: Literary Machines 90.1, Padova, Muzzio, 1992.
A proposito di Ted Nelson: Peter Jackson, “Ted Nelson touch: Project Xanadu”, PC Magazine (ed. inglese), July 1992. Jim Whitehead, “Orality and Hypertext: An Interview whit Ted Nelson”, Cyberspace Report, 1966.

Ancora sulla continuità tra la ‘nuova cultura’ degli anni sessanta e l’uso libertario' delle tecnologie, in particolare sulle figure degli hacker (ed anche sulla storia del sistema telefonico negli USA), Bruce Sterling, The Hacker Crackdown. Law and Disorder on the Electronic Frontier, 1992; trad. it. Giro di vite contro gli hacker. Legge e disordine sulla frontiera elettronica, Milano, Shake, 1993.

Sul concetto di 'digitalizzazione delle informazioni': Nicholas Negroponte, Being Digital, New York, Alfred A. Knopf, 1995; trad. it. Essere digitali, Milano, Sperling & Kupfer, 1995. (Raccolta di interventi apparsi su Wired, il mensile californiano che si presenta come ‘bibbia della cultura digitale’. Gli eccessivi costi della versione on–line della rivista, Hot Wired, hanno causato la crisi della casa editrice, ceduta nella primavera 1988 al Gruppo Condé Nast, editore di Vogue).

Sulla ‘nuova libertà’ offerta dalle nuove tecnologie alle persone –che possono presentarsi sul mondo virtuale della Rete coperti da maschere diverse– , vedi Sherry Turkle, Life on the Screen: Identity in the Age of the Internet, New York, Simon & Schuster, 1995
Ancora su Sherry Turkle(psicanalista–semiologa americana cresciuta in Francia alla scuola del decostruzionismo): Sherry Turkle, “Who am We”, Wired, January 1996; Pamela McCorduck, “Sex, Lies and Avatars”, Wired, April 1996 (profilo di Sherry Turkle).

Sulla ‘vita artificiale’ generata dal software: Claus Emmeche, The Garden in the Machine. The Emerging Science of Artificial Life, Princeton N. J., Princeton University Press, 1994; trad. it. Il giardino delle macchine. La nuova scienza della vita artificiale, Torino, Bollati Boringhieri, 1996.

Sulla ‘vita nel cyberspazio’ -–parola inventata agli inizi degli anni ottanta dallo scrittore di fantascienza William Gibson(Neuromancer, 1984) vedi: Cyberspace. First Steps, Massachusetts Institute of Technology, 1991; trad. it. Cyberspace. Primi passi nella realtà virtuale, Padova, Muzzio, 1993. E: Douglas Rushkoff, Cyberia, New York, Harper Collins, 1994; trad. it. Cyberia. La vita tra le pieghe dell'iperspazio, Milano, Urra, 1994.

L’idea ‘cyberspazio’, mondo apparente creato dalle tecnolgie delle comunicazioni, luogo virtuale nel quale i soggetti si ‘incontrano’ per mezzo delle tecnologie digitali, era stata largamente anticipata: basti citare il teorico situazionista francese Debord e lo scrittore di fantascienza Philip Dick: Guy Debord, La Societé du spectacle, Paris, Lebovici, 1971; Commentaires sur la Societé du spectacle, Paris, Lebovici, 1988; trad. it. Commentari sulla società dello spettacolo e La società dello spettacolo, Milano, Sugarco, 1990. Philip K. Dick, Ubik, 1969; Roma, Fanucci, 1989.


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