sabato 12 giugno 2010

Computer: storia di una parola

Il verbo latino putare -pensare, giudicare, credere, stimare, supporre, immaginare- risale ad una originaria idea di 'tagliare'.
Da qui si passa, cercando la precisione, al 'calcolare', 'conteggiare', 'determinare un valore numerico'. Lo si fa attraverso due verbi: computare e supputare. Il cum, 'con', rimanda all'idea di insieme, di classe. Supputare (sub putare) allude con più precisione al campo della matematica: sub, 'sotto', descrive tempo e ambito, territorio logico all'interno del quale il calcolo può essere ritenuto valido.
Il calcolo di una posizione astrale, il calcolo di un arco temporale all'interno di un calendario, la stima del valore di un bene: tecnicamente si tratta di supputatio. Ma i due verbi, e i sostantivi supputatio e computatio, e supputator e computator, si sovrappongono. Computatio, forse proprio perché espressione meno tecnica, più vicina al senso comune, finisce per prevalere. Così in latino, così in italiano, in spagnolo, in francese e -attraverso il francese- in inglese. (Qui, su questo stesso blog, è messa in luce la significativa distinzione tra computatio e supputatio).
L'Oxford Dictionary data al 1610 computator, e -con pressoché identico significato- data al 1646 computer: “one who computes, a calculator, reckoner, a person employed to make calculations in an observatory, in surveying, etc.”.
Charles Babbage, nella prima metà del 1880, chiama la sue macchine engines, ma verso la fine del diciottesimo secolo si intendeva ormai per computer non solo una persona, ma anche una macchina. La nuova accezione del termine, però, sfugge ai pur occhiuti redattori dell'Oxford English Dictionary. Non appare nell'edizione del 1928 alla lettera C. E non potevamo aspettarcelo, perché il fascicolo era stato stampato nel 1893. Computer, però, non appare nemmeno nel Supplement del 1933 – eppure in quegli anni, al MIT e altrove, le macchine per computare esistevano, e si chiamavano con quel nome. La lacuna è colmata nel nuovo Supplement del 1987. Lì troviamo computer nel senso di “A calculating machine; especially an automatic electronic device for performing mathematical or logical operations”.
Per datare la parola si deve tornare a sfogliare vecchie riviste. Si risale così fino al 22 gennaio 1897: su Engineering, si può leggere: “This was (...) a computer made by Mr. W. Cox. He described it as of the nature of a circular slide rule.”. E' ancora 'mechanical calculating machine'.
Di “electronic machine”, “programmable digital electronic computer”, si inizia a parlare nel 1937. Il termine è ancora nuovo, ma ormai di uso comune in ambiente scientifico e militare, quando nel 1946 inizia a funzionare l'ENIAC: Electronic Numerical Integrator And Computer.

(Questa scheda etimologica nasce nell'ambito del complessivo lavoro che narro in questo blog. Nella sua concisa forma qui presentata, 2.500 battute, è pubblicata ne libro Nuove parole del manager. 113 voci per capire l’azienda, Guerini e Associati, 2011.

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