Il modello di Hjelmslev ha un suo segreto fascino. Per la sua pulizia formale, e naturalmente sopratutto per il suo aspetto enantiomorfo. (Enantiomorfismo: 'Rapporto di uguaglianza inversa tra due enti che pertanto risultano simmetrici rispetto a un piano, in modo che l’uno dei due enti possa considerarsi come l’immagine speculare dell’altro').
Anche oggi, completamente tramontata la moda dalla semiotica, mi sembra che il modello continui a parlarci.
E questo nonostante il modello si fondi sull'opposizione complementare 'espressione' vs. 'contenuto', un'opposizione che appare malposta. Contenuto, o content, mi appare concetto fuorviante: il contenuto presuppone l'esistenza di un contenitore. Ma la conoscenza esiste a prescindere da un contenitore. Propendo quindi per l'opposizione 'espressione' vs. 'conoscenza'.
Una brevissima presentazione dell'Hjelmslev's Sign Model, e una provvisoria, ma indicativa, riflessione sul tema -orientata a legare semiotica e Knowledge Management- sta in questo mio breve testo.
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