martedì 29 novembre 2011

Dal concetto di 'dato' all'editoria del futuro

Presso il Corso di Laurea Interfacoltà in Informatica Umanistica dell'Università di Pisa (dove insegno), nell'ambito dei Seminari di cultura digitale, il 23 novembre 2011 ho parlato su questo tema: Dal concetto di dato all'editoria del futuro.
Il seminario è oralità condivisa, conta quello che si dice. Quando parlo, evito di leggere, ed evito anche -salvo eccezioni- l'uso di Power Point. Comunque, è interessante conservare i materiali di preparazione. Li espongo qui di seguito.
Abstract
Guadando in avanti, non possiamo limitarci a ragionare di app e di e-book.
Il concetto informatico di dato -in estrema sintesi: ‘rappresentazione finita di informazioni’-, letto in chiave filosofica, apre la strada a un ragionamento sull’edizione, sull’autore e sulla pubblicazione. Per questa via si arriva a ripensare -in ambito critico-letterario- il modo intendere il testo e l’edizione. E a prospettare l’evoluzione futura della complessiva industria editoriale.

Traccia
Informatica Umanistica/Umanesimo Informatico
Il dato in Informatica
La cosa di Kant e il dato come metafisica
Intrinseca ambiguità del dato: littera data, carta fecha
Informatica transazionale come editoria, editoria come informatica transazionale
Cosa cambia con il Personal Computer e il Web
Colpi di coda: App, E-book, iPad, Facebook
Guardare avanti

Percorso
Cerchiamo di fare un ragionamento informatico-umanistico; ma anche umanistico-informatico. Non una disciplina al servizio dell'altra, ma guardare un ambito con l'epistemologia connessa all'altro ambito. Il significato informatico di 'codice' ci invita a ripensare il testo letterario. La competenza narrativa di umanisti ci spinge a criticare il riduzionismo e il determinismo che reggono i sistemi informativi strutturati. Propongo un terreno di riflessione dove i due ambiti siano compenetrati, lascio quindi fuori atteggiamenti del tipo: ‘il libro cartaceo non scomparirà mai’, ‘la letteratura è una cosa, la scrittura sul web un’altra’. Mi pongo invece la domanda: come il computing cambia la letteratura, cosa la letteratura ha da insegnare al computing.

La produzione di conoscenza non è mai disgiunta dalla tecnologia.
L’uomo produce conoscenza, produce letteratura in accoppiamento strutturale con macchine-utensili. Il computing ci propone sia tecnologie per produzione -word processor-, sia tecnologie per la pubblicazione -dal ‘salvataggio’ del testo sul proprio computer alla pubblicazione sul Web.

Il computing ci propone il concetto di dato come ‘rappresentazioni finita di informazioni’ e quindi come ‘unità minima fruibile’.
Il dato è un costrutto metafisico. La riflessione kantiana attorno all'inafferrabilità della cosa porta a concepire il dato.
Si cerca deterministicamente e riduzionisticamente un 'punto fermo'.
Si ritiene necessario subordinare l'esperienza a un modello, a un'idea. Il 'dato' è il simbolo di questa pretesa certezza, verità apodittica.
Fare riferimento ai dati è fare riferimento a qualcosa di fondato, stabilito con certezza. Qualcosa di formalizzato, matematizzato, calcolato e calcolabile. Il progetto deterministico e riduzionista di Hilbert, e poi su questa base il lavoro di Gödel, Turing, Alonzo Church, von Neumann, portano a far riferimento al dato.
Ma il dato, radice do, parla di dare e ricevere, scambio, transazione.
C’è un paradosso: consideriamo il dato esistenti prima della transazione, e quindi sottoposto a transazione, ma il dato invece è in sé transazione, non esiste prima della transazione.
Littera data, consegnata al vettore.
In teoria della comunicazione e in computing-informatica: parliamo di informazione, trattiamo la conoscenza trascurando la sua produzione, e guardando a come viaggia sul canale, cioè la prendiamo in carico nel momento in cui è littera data.
La ricerca filosofica attorno alla cosa trova (una) conclusione nella nozione informatica di dato.
Ma la stessa parola 'cosa' rimanda a un giudizio 'dato', convenzionale e legato a un accordo: la 'cosa', causa, in una versione latina è decisa da un giudice, in una versione tedesca , Ding e thing, è decisa da una assemblea. Non è mai 'data' una volta per tutte.
Il dato si fonda sempre su una convenzione. Il dato è certo solo se non ho preso in considerazione altri possibili dati.

Guardiamo ora al mondo dell’editoria. Edere è ‘dare fuori’, rendere pubblico. Non è consegnare al messaggero.

Lì dove avviene la transazione nasce il ruolo dell'interprete, dell'editore, del traduttore, del censore
Il computer mainframe resta dalla parte del broadcasting, gatekeeping
Il personal computer ed il web mettono in discussione ogni mediatore, ci ricolloca nella situazione originaria del momento, processo di produzione
Come il dato, il testo canonico è un tentativo di rispondere all’inafferrabilità del testo.
Così come si rappresenta la cosa nel dato, si ritiene che il testo esista solo se è canonizzato.
Come il dato è validato se è conforme al modello, così il testo viene canonizzato. Il dato è validato se passa al vaglio della transazione, il testo analogamente è vagliato da editori, editor, interpreti.
Possiamo stabilire un parallelismo tra computabilità e leggibilità.

Ma nel mondo del personal computer e del web la transazione non è più il momento centrale, l'autore pubblica da sé.
Il momento centrale è l'accoppiamento strutturale uomo-macchina.
Come lo spagnolo sostituisce alla littera data la carta fecha, la lettura ispanica sposta l'accento sulla creazione, fare.
La canonizzazione del testo esiste nel dominio del mainframe, broadcasting, gatekeeping
Nel dominio del personal computer e del web la letteratura è tradizione, con prevalenza dell'anonimato - come in letterature ispaniche
Al posto del concetto di canone assume rilievo l'inevitabile presenza di corpora, delle opera omnia - concetti eminentemente plurali, fuzzy concepts
L'editoria si trasforma da mediazione necessaria in apposizione marchio di qualità
L'edizione si trasforma da canonizzazione necessaria in collezione di varianti
In luogo di macchine per gestire dati, e quindi garantire transazioni, macchine per produrre conoscenza
Piattaforme senza fondamenti, pubbliche, controllo diffuso
Parlare di Big Data è andare oltre il dato, è guardare a una 'scrittura' sulla quale possono essere costruite reti testuali diverse.
Non più dati discreti ma materiale da plasmare: fiction.
Il canone vede mostrati i suoi limiti per mezzo dell'analogia con il modello dei dati. Il web ci mostra come la rete di testi può essere connessa in canoni diversi, non alternativi, compresenti.
L'accento si sposta dalla letteratura come documento (docere) alla letteratura come monumento (monere).
App specializzate per sistema operativo, eBook, iPad, Facebook sono accomunati dal tentativo capzioso di riportare nel mondo del Personal Computer e della Rete il modello di Stampa, Broadcasting e Gatekeeping.

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