Un amico mi segnala un post sul suo
blog. Mi interessa la riflessione su come i ‘network sociali’
contribuiscono a un’ “apertura dei confini organizzativi”. Anzi
ce la impongo. Però leggo anche che si fa riferimento a “social
network come Facebook e Twitter”. Scrivo all’amico dicendo che
non si può fare di ogni erba un fascio, e che tra Facebook e Twitter
c'è un abisso, e che dunque “non vedo come si possa ritenere
Facebook un mezzo che aiuti ad una ‘apertura dei confini
organizzativi’”.
L’amico mi risponde che ovviamente
Facebook e Twitter sono molto diversi fra loro, “ma tecnicamente
sono entrambi social network”. Mi cita anche due recenti libri che
mettono Facebook e Twitter “nella stessa categoria”, pur
spiegandone le differenze.
Ora mi viene in mente il seguente
commento.
Il Web ci propone il superamento della
modellizzazione e della categorizzazione univoca. I tag permettono di
costruire di volta in volta connessioni diverse, e per questa via
categorie diverse. Perciò l’esistenza stessa del Web dovrebbe
spingerci ogni volta a chiederci: oltre a questo modello, oltre a
questo schema di categorizzazione, quali altri modelli, quali altri
criteri di categorizzazione potremmo adottare?
Ma per farla breve propongo di lavorare
per analogia. I network sociali possono essere con motivo considerati
‘luoghi dove stare ed incontrarsi’. Quindi chiediamoci: che tipo
di abitazione è Facebook, e che tipo di abitazione è Twitter?
Facebook è un carcere, dove sei costretto a stare subendo leggi
altrui; Twitter è una tenda da campeggio, con la quale ti muovi nel
mondo, connessione dopo connessione.
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