Vari
studiosi hanno ragionato attorno all’analogia tra quipus e
informatica.
Gary
Urton.
Antropologo,
cura
a
Harvard
il
Khipu
Database
Project.
A
lui
si
devono
anche
articoli
divulgativi
qui
quipus
e
sui
loro
“misteri”.1
Sebbene
aperto
anche
alle
ricerche
sui
‘quipus
narrativi’,
Urton
è
l’esponente
più
in
vista
della
scuola
che
intende
i
quipos
come
“sophisticated
system
of
mathematical
notation”.
In
Signs
of
the
Inka
Khipu
Urton
sostiene
che
i
quipus
fossero
basati,
come
lo
sono
i
computer
nel
momento
in
cui
lui
scrive,
su
codice
binario.2
Per
osservare
i
quipos
-che
hanno
una
storia
millenaria,
lungo
la
quale,
è
dato
da
supporre,
il
codice
si
sia
evoluto,
magari
anche
attraverso
grandi
discontinuità-
si
prende
ad
esempio
il
computer
-una
macchina
che
vive
ancora
la
sua
fase
infantile-.
Puntare
tutto
sul
supporre
che
alla
base
del
codice
dei
quipos
stia
la
codifica
che
presiede
in
questa
fase
al
funzionamento
del
computer
appare
scommessa
rischiosa.
Già
negli
anni
in
cui
Urton
scrive
si
può
ben
immaginare
che
la
classica
macchina
di
Turing
deterministica
si
evolverà
per
diventare
macchina
universale,
e
quindi
macchina
quantistica.
Con
inevitabili,
importanti
evoluzioni
del
codice.
Paul
Beynon-Davies.
Consulente
di
management,
docente
di
Business
School,
informatico
di
professione,
prende
spunto
dai
quipos
deli
Incas
per
interrogarsi
sullo
“status
of
informatics
as
a
discipline”.3
L'informatica
è
termine-ombrello
che
permette
di
definire
aree
“the
overlapping
disciplinary
areas
of
information
systems,
information
management
and
information
technology”.
Il
nodo
del
dibattito
è,
per
Beynon-Davies,
trovare
la
“better
definition
for
the
central
concept
of
information
system”.
Il
caso
della
civiltà
Inca,
ci
presenta
veri
e
propri
“information
specialists”
-
i
quipucamayos,
e
una
precisa
“information
technology”,
fondata
sui
quipos.
I
quipos
appaiono,
nel
dominio
dell’informatica,
“a
non-familiar
example
of
a
data
structure”.
Osservando
i
quipos
possiamo
mettere
a
fuoco
la
differenza
tra
‘informazione’
e
‘dati’,
e
individuare
“a
number
of
essential
or
universal
characteristics
of
data”.
Vediamo
così
di
fatto
implementato
nell’Impero
Incaico
un
maturo
‘information
system’,
‘sistema
informativo’.
L'aspetto
affascinante
di
questo
sistema
informativo,
sul
quale
si
fonda
il
buon
funzionamento
del
grande
impero,
conclude
Beynon-Davies,
è
che
l’information
technology
“at
its
core
did
not
even
utilise
written
language”.
Beynon-Davies
usa
l’analogia,
in
modo
opposto
a
Urton:
tramite
i
quipos
cerca
il
senso
dell’informatica.
Eppure,
anche
qui
scatta
la
molla
del
riduzionismo
difensivo.
A
Beynon-Davies
piace
cogliere
nei
quipos,
e
nel
loro
uso
presso
gli
Incas,
la
pura
essenza
di
un
‘sistema
informativo’
idealizzato
– che
però
non
corrisponde
né
ai
‘sistemi
informativi’
che
ha
sotto
gli
occhi
mentre
scrive,
né
a
quanto,
ci
raccontano
i
cronisti.
Il
professionista
dell’informatica,
nell’ansia
di
fondare
su
basi
solide
la
propria
disciplina,
sceglie
di
vedere
nei
quipos
un
sistema
strutturato,
predisposto
per
ospitare
nient'altro
che
dati
intesi
come
entità
discrete.
Si
nega
l’esistenza
dell’altra
faccia
dei
quipos:
il
loro
essere
strumento
di
conservazione
di
narrazioni
di
miti
e
favole
e
storie.
Così facendo, tramite una
lettura capziosa dell’analogia con i quipos, Beynon-Davies, finisce
per escludere dal suo orizzonte l’altra faccia dell’informatica:
l’informatica che, anziché lavorare con dati, lavora con testi: le
basi dati non strutturate, i linguaggi di marcatura, i motori di
ricerca, il World Wide Web nel suo insieme.
1Gary
Urton, “Inca
Encodements”,
Science,
216, 1982.
Gary Urton,
Carrie J.
Brezine, “Khipu
Accounting in
Ancient Peru”,
Science,
309, 2005.
Gary Urton,
“Untangling
the mystery
of the
Inca”,
Wired,
January 2007.
2Gary
Urton, Signs of the Inka
Khipu. Binary Coding in
the Andean Knotted-String
Records, University of Texas Press, Austin, 2003 (The
Linda Schele Series in Maya and Pre-Columbian Studies).
3Paul
Beynon-Davies,
“Informatics
and the
Inca”,
International
Journal
of
Information
Management,
Volume 27,
Issue 5,
October, 2007.
Paul
Beynon-Davies,
“Significant
threads: The
nature of
data”,
International
Journal
of
Information
Management,
Volume 29
Issue 3,
June, 2009.
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