Una studentessa durante una lezione del mio corso di Tecnologie dell'informazione e produzione di letteratura mi ha detto: 'Ma allora, seguendo questo ragionamento, scrivere è cancellare'.
Una delle novità più significative
dell'epoca digitale consiste nel modo con cui ogni persona costruisce
conoscenza.
L'epoca della stampa era caratterizzata
dalla scarsità. Scarse le conoscenze documentate attraverso la
stampa. Scarsa l'accessibilità alle fonti. Limitato nel numero di
coloro che possono accedervi.
L'epoca digitale è invece
caratterizzata dalla sovrabbondanza, dalla ridondanza, dal rumore,
dalla libertà d'accesso.
Nell'epoca pre-digitale il lavoro di
conservazione della conoscenza è condizionato dalla pochezza di
mezzi ed è faticoso. E' faticoso scrivere, disegnare. Nell'epoca
digitale disponiamo, senza bisogno di nessuno specifico lavoro,
tracce di qualsiasi cosa accada: ogni parola detta può essere
registrata e quindi anche facilmente trasformata in scrittura. Ogni
evento può essere fotografato o filmato.
Nelle epoche pre-digitali esisteva una
netta differenza di ruoli sociali tra scrittore e lettore – e
possiamo facilmente proporre un'analogia: la distanza tra scrittore e
lettore è la distanza tra docente e discente.
Nell'epoca digitale esiste in partenza
per ogni cittadino la possibilità di essere al contempo lettore e
scrittore.
Nell'epoca pre-digitale la
pubblicazione esigeva un processo tecnico complesso e costoso.
Nell'epoca digitale la
pubblicazione consiste in una operazione semplicissima alla
portata di ogni cittadino. Possiamo infatti considerare pubblicato
ogni testo che abbiamo salvato sul disco del nostro personal computer
o smartphone.
Possiamo insomma dire che in epoca
digitale ci troviamo di fronte ad un enorme, sconfinato testo già
scritto. Tutto è già scritto. Conoscere significa focalizzarsi su
ciò che serve in questo momento, concentrarsi su una zona, su alcuni
nodi dello sconfinato testo. Cioè conoscere significa cancellare
mentalmente ciò che non serve in questo momento.
Da ciò deriva una netta discontinuità
nella competenza chiave necessaria per costruire conoscenza.
Nelle epoche pre-digitali la competenza
consisteva nel trarre il massimo profitto dalle poche fonti a cui si
riesce ad avere accesso.
Nell'epoca digitale la competenza
consiste nel non soccombere alla sovrabbondanza, ovvero nel saper
selezionare, nel saper scegliere, nel saper attribuire autorevolezza
scegliendo tra fonti simili. Saper scegliere in modo differente in
considerazione di di diverse esigenze. Saper scommettere, tentando
un'interpretazione personale.
E' compito della formazione della
scuola, dell'università e della formazione degli adulti cogliere
l'importanza di questa discontinuità. Oggi serve insegnare a
scegliere da soli, assumendosene la responsabilità.
Nota. Ho trattato lo stesso argomento -in modo meno sintetico, più analogico e letterario, e forse anche più efficace- in questo post di dieci anni fa.
Nessun commento:
Posta un commento