Potremmo dire anche trucco o truffa, ma va bene dire inganno, perché Turing evocava questo gioco per ingannare sé stesso, per trovare conferme logiche ad un bisogno che nasceva dalla sua triste storia di vita: deluso da sé stesso e dagli umani, voleva sperare in macchine migliori degli umani.
Il trucco consiste nell'imporre, al posto di ciò che nella vita che emerge e fluisce, un suo simulacro descritto in termini indiscutibili per via logico-formale.
La sostituzione si svolge attraverso il processo che passo ora a descrivere.
Si isola e si definisce astrattamente una competenza umana: l'intelligenza, il vedere, il sentire, il decidere. Potremmo dire in termini più sintetici: il pensare e l'agire. Potremmo dire in termini più analitici: ogni lavoro, ogni mestiere.
Il primo passo consiste nell'isolare le competenze; rimuovendone le connessioni tra l'una e l'altra.
Si sceglie poi di ignorare la complessità interna di ogni competenza, ed il mutare delle competenze con l'evolversi delle esperienze e delle relazioni tra esseri umani.
A questo punto, si predispone, per ogni competenza, una definizione semplificata.
Si costruiscono quindi macchine capaci di raggiungere un qualche livello di prestazione corrispondente a quella definizione.
Il gioco è fatto: alla luce delle riduttive definizioni, il nostro pensare ed agire è considerato confrontabile con il funzionamento della macchina.
Ultimo passaggio, il più grave: la prestazione della macchina è proposta esplicitamente, o subdolamente suggerita, come modello e parametro del pensare e dell'agire umano.
Dove sta dunque l'inganno?
A un primo livello sta nel fatto che ciò che è dimostrato vero all'interno di quella riduttiva descrizione formalizzata del mondo che è la computazione non è vero nel mondo abitato da noi umani.
A un secondo livello sta nel fatto che si educano capziosamente gli umani a considerare mondo nel quale abitiamo le 'realtà artificiali', 'realtà aumentate', i 'metaversi': simulacri del mondo costruiti da Computer Scientist: nella progettazione di questi mondi costruiti ad hoc è facile impostare come requisito di partenza la comparabilità e la sostituibilità tra umani e macchine.
Il fatto che una qualche macchina superi il Test di Turing, si dimostri cioè capace di comportarsi in modo adeguato a quanto previsto dalla definizione formale di una imitazione di una competenza umana, potrà certo interessare i Computer Scientist, ma non ha nessuna rilevanza per noi umani.
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